lunedì 25 gennaio 2010

L'ETERNA LOTTA

La contesa tra un uomo potente e orgoglioso e il suo giovane figlio devoto. Srila Prabhupada ci ricorda la natura e l'essenza dell'incarnazione di Sri Nrsimhadeva in occasione della Sua apparizione.

Una conferenza tenuta a Bombay,il 5 maggio 1974, da Sua Divina Grazia A.C.Bhaktivedanta Swami Prabhupada, Fondatore-Acarya dell'associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.

Questa storia che riguarda la battaglia tra atei e credenti è molto istruttiva. La storia di Prahlada Maharaja è eternamente vera. C'è sempre una lotta tra atei e credenti. Se una persona diventa cosciente di Dio, cosciente di Krishna, troverà molti nemici perchè il mondo è pieno di demoni. Che dire dei devoti di Krishna, anche Krishna quando viene personalmente deve uccidere molti demoni. Persino lo zio materiale, Kamsa, voleva ucciderLo. Non appena nasceva un figlio dalla madre di Krishna, Devaki, Kamsa veniva ad ucciderlo. C'era stata una predizione che l'ottavo figlio della sorella di Kamsa, Devaki, avrebbe ucciso Kamsa. Così Kamsa uccideva tutti i suoi bambini.
Alla fine giunse Krishna. Ma Kamsa non potè uccidere Krishna, fu piuttosto ucciso da Krishna. Nessuno può uccidere Dio. I demoni, la società priva di Dio, vogliono semplicemente uccidere Dio. Ma Dio non viene mai ucciso, mentre il demone è ucciso da Dio. Questa è la legge di natura. Questo è l'insegnamento che deriva dalla vita di Prahlada Maharaja. Hiranyakasipu fu molto abile, come sono molto abili gli scienziati e i materialisti. Abilmente questi stanno investigando molte cose. Qual è la loro idea? L'idea è la seguente: ' Noi vivremo per sempre e godremo della gratificazione dei sensi sempre di più'. Questo è chiamato un ateo avanzamento della civilizzazione. Hiranyakasipu era un tipico materialista. Hiranya significa 'oro' e kasipu significa 'letti soffici' o 'cuscini'. Le persone materialiste sono molto attratte dal denaro e dal sesso. Questi sono i loro affari. Il nome di Prahlada Maharaja viene da ahlada, che significa 'beatitudine trascendentale'. La reale identità dell'entità vivente è prahlada, 'colma di beatitudine'. Ma a causa della convivenza con la materia, noi ci troviamo in una condizione di vita miserabile. Hiranyakasipu voleva diventare immortale, così si impose delle sofferenze talmente severe che l'intero universo tremò. Dovette venire Sri Brahmà a pacificarlo, e gli chiese: 'Cosa vuoi?'. Hiranyakasipu disse 'io voglio diventare immortale!'. Brahmà replicò: 'Sebbene io abbia una vita estremamente lunga, nemmeno io sono immortale, così non posso garantirti l'immortalità'. La durata della vita di Brahmà è descritta nella Bhagavad Gita: 'sahasra-yuga paryantam arhad yad brahmano viduh'. Questo significa che il giorno di Brahmà è sahasra-yuga. Sahasra-yuga significa un migliaio di volte la durata di quattro yuga (Satya,Treta,Dvapara, e Kali) ovvero un migliaio di volte quattrocentomilatrecentomilioni di anni. Dodici ore di Brahmà quindi sono quattromiliardi e trecentomilioni di anni, ed egli vive per cento anni, ognuno dei quali composto da trecentosessanta di questi giorni. Sebbene Brahmà viva per trilioni di anni è quindi soggetto alla morte. Ovunque andiamo all'interno di questo mondo materiale, che sia Brahmaloka oppure Patalaloka, dovremo incontrare la morte. Questo è il problema. Krishna afferma nella Bhagavad Gita che 'il problema reale è janma-mrtyu-jaravyadi: la nascita,la morte,la vecchiaia e la malattia'. Hiranyakasipu intendeva risolvere questo tipo di problemi in modo materialista, ma questo non è possibile. Quando Brahamà disse che egli non sarebbe stato in grado di rendere Hiranyakasipu immortale, allora Hiranyakasipu cercò di assicurarsi l'immortalità attraverso un inganno. Chiese a Brahmà di garantirgli che egli non sarebbe stato ucciso in nessuno dei seguenti modi: attraverso un arma; durante il giorno o durante la notte; sulla terra, nell'acqua o in cielo; dentro o fuori un edificio; né da un uomo, né da un animale. Queste erano le condizioni che Hiranyakasipu pensava fossero sufficienti per l'immortalità. Ma per proteggere Prahlada Maharaja Sri Nrsimhadeva uccise Hiranyakasipu senza violare le promesse fatte da Brahamà. Nrsimhadeva non era né un uomo,né bestia, ma mezzo uomo e mezzo leone. Mettendo Hiranyakasipu sulle Sue ginocchia, il Signore lo uccise con i Suoi artigli, sull'uscio del palazzo del demone, al tramonto. Prahlada è l'opposto di Hiranyakasipu. Egli è il Signore dei devoti. In ogni occasione un devoto rimane sempre un umile servitore di Krishna. Quindi egli non corre pericolo. Persino se si trova nel pericolo, egli sarà salvato. Krishna nella Bhagavad Gita dice: kaunteya pratijanihi na me bhaktah pranasyati '. Arjuna, proclamalo pure a tutto il mondo che chiunque abbia preso rifugio ai Miei piedi di loto, che è diventato Mio devoto, non perirà mai'. E in seguito dichiara: sarva-dharman parityajya man ekam saranam vraja aham tvam sarva papebhyo moksaysyami ma sucah ' Lascia ogni forma di religione e abbandonati a Me, Io ti libererò da tutte le relazioni del peccato non temere'. Così queste sono le premesse. Ma la classe degli uomini atei come Hiranyakasipu non può capire. Questo è il loro difetto, loro sfidano Dio costantemente. Il dissenso tra il padre (Hiranyakasipu) e il figlio (Prahlada) consisteva nel fatto che il figlio era credente mentre il padre no. Così alla fine il padre vide Dio nella forma della morte. Fino a quel momento non avrebbe potuto salvarsi. Questa è la differenza tra i credenti e gli atei: gli atei con fare di sfida esortano i credenti dicendo: 'Dove è Dio? Puoi mostrarmelo?' I devoti replicano a tali provocazioni: 'Bene,potrai vederLo. Non adesso. Ma alla maturazione delle attività peccaminose, quando la morte arriva, tu potrai vederLo'. Prahalada Maharaja è uno dei nostri guru. Ci sono dodici guru chiamati mahajana; svayambhur naradh sambhuh kaumarah kapilo manuh prahlado janako bhismo balir vaiyasakhir vayam. 'Brahmà, Bhagavan, Narada, Siva, i quattro Kumara, Kapila (il figlio di Devahuti), Svayambhuva Manu, Prahlada Maharaja, Janaka Maharaja, il nonno Bhisma, Bali Maharaja, Sukadeva Gosvami, e io Yamaraja'. Se vogliamo fare progressi nella vita spirituale, dobbiamo seguire i mahajana, le grandi personalità. Essi sono menzionati precisamente nelle scritture. Prahlada Maharaja è il nostro guru nella successione disciplica. Il Mahabarata (Vana-parva 313.117) insegna: tarko prathisthah srutayo vibhinna nasav rsir yasya matam na bhinam dharmasya tattvam nihtam guhayam mahajano yena gath sa panthah. 'Le aride argomentazioni non sono conclusive. Una grande personalità la cui opinione non differisce da quella degli altri non è considerato un grande saggio. Semplicemente studiando i Veda, i quali sono vari, non è possibile raggiungere il giusto sentiero attraverso il quale i principi religiosi sono compresi. La solida verità dei principi religiosi è nascosta nel cuore di una persona pura e autorizzata. Di conseguenza, come le scritture confermano, si dovrebbe accettare qualsiasi sentiero verso il progresso che i mahajana indicano'. Noi non possiamo tracciare il sentiero della religione. E' molto difficile identificarlo perché ci sono molte scritture e molti filosofi. Ogni filosofia ha una diversa opinione. Così,come è possibile intraprendere il reale sentiero della religione? Bisogna seguire le orme delle grandi personalità. E Prahlada Maharaja è uno di loro. Prahalada Maharaja era nato in una famiglia di demoni. Suo padre era un demone. Prahalada Maharaja era solito rivolgersi al padre come asura-varya, 'il migliore dei demoni'. Hiranyakasipu stava battendo affettuosamente la spalla di suo figlio chiedendo: 'Mio caro figlio fai questo, fai quello. Dimmi le migliori cose che hai imparato'. Così Prahalada Maharaja replicò: tat sadhu manye sura-varya dehinam. Egli non disse mai: 'Mio caro padre'. Egli disse: 'Mio caro migliore tra i demoni' ho appreso qualcosa di molto bello'. Che cosa? Hitvama-patam grham andha-kupam vanam gato yad dharim asrayeta. 'Questa vita mondana, questa vita materialistica, è uccisione del sé, proprio come un pozzo oscuro. Così si dovrebbe abbandonarla e andare nella foresta prendendo rifugio in Krishna. Questo è il migliore stile di vita'. Così suo padre divenne molto arrabbiato. Da ciò possiamo vedere che gli atei e i credenti non andranno mai d'accordo. I credenti non si sottometteranno mai agli atei. Questo è il principio. Prahalada Maharaja fu esposto a così tanti problemi dal padre, ma non dimenticò mai di cantare om bhagavate vasudevaya namah. Mai si dimenticò di questa preghiera. Noi dovremmo imparare da questa storia che perfino in una situazione pericolosa non bisognerebbe mai dimenticarsi di Krishna. Krishna ci salverà. E' detto nella Bhagavad Gita: yam labdhva caparam labham manyate nadikham tatah yasmin sthito na duhkena gurunapi vicalyate. 'Raggiunta questa perfezione (la coscienza di Krishna), non si allontana più dalla verità e comprende che non c'è nulla di più prezioso. In questa posizione non è più turbato neppure dalle peggiori difficoltà. Questa è la vera libertà da tutte le sofferenze sorte dal contatto con la materia'. La coscienza di Krishna è così bella che se si diventa coscienti di Krishna ogni altro beneficio o guadagno è compreso. Ciò è così bello. Noi siamo ancora anelanti dopo aver preso questo, questo e quello, questo e ancora quello, tante e tante cose. Ma non appena si raggiunge la coscienza di Krishna è possibile essere soddisfatti. Proprio come Prahlada Maharaja. Gli furono offerte tutte le benedizioni. Sri Nrsimhadeva disse: 'Mio caro Prahlada chiediMi qualunque cosa tu voglia'. Ma Prahlada non chiese nulla. E fu così gentile. Egli è l'esempio di un figlio vaisnava in una famiglia. Nonostante i moltissimi problemi generati da suo padre, egli implorava Nrsimhadeva: 'Mio Signore mio padre ha commesso molte offese. Gentilmente concedigli la liberazione'. Egli non chiese niente per se stesso. Così Narahari, Nrsimhadeva, immediatamente disse: 'Perchè parli di tuo padre soltanto? Il padre di tuo padre, suo padre, quattordici generazioni, tutte saranno liberate perché un figlio come te è in questa famiglia'. Tale è il beneficio. Se un figlio diventa un puro vaisnava devoto, egli può liberare quattordici generazioni. Quale servizio possiamo rendere alla nostra famiglia o alla nostra nazionalità materiale? Ma se noi diventiamo un devoto, noi possiamo servire meglio tutta la nostra nazione, la nostra famiglia, l'umanità. Questa è la filosofia della coscienza di Krishna. Il nostro movimento per la coscienza di Krishna sta predicando questa filosofia: 'Accogli la coscienza di Krishna e la tua vita sarà perfetta' E il metodo è molto semplice. Non c'è segreto. Proprio questa sera stavo parlando con un ragazzo che ha ottenuto un mantra e deve tenerlo molto segreto. Ma noi possediamo un mantra che non è segreto. Il nostro mantra Hare Krishna è aperto a tutti. Perché dovremmo tenerlo segreto? Se cantando il mantra Hare Krishna possiamo avvicinarsi a Dio, la Suprema persona di Dio, perché dovrebbe rimanere segreto? Dovrebbe essere distribuito in modo che chiunque possa tornare da Dio. Così non c'è segreto. Noi non approviamo alcun mantra segreto. In questa era di Kali è molto difficile giungere alla giusta conclusione attraverso la filosofia o altri metodi. 'Kali' significa l'era della discordia, del fraintendimento e della rivendicazione. Per questo nelle Scritture è apertamente dichiarato: harer nama harer nama harer namaiva kevalam kalau nasty eva nasty eva nasty eva gatir anyatha. 'In questa era di Kali non c'è alternativa, non c'è alternativa, non c'è alternativa per il progresso spirituale che il santo nome, il santo nome, il santo nome del Signore'. La meditazione, il sacrificio, elaborate adorazioni nel tempio, in questa era tali cose sono impossibili da realizzare, ma persino un bambino può cantare Hare Krishna mahamantra, sia un bambino può prendere parte, anche un uomo vecchio può prendere parte. Così questo è il santo metodo per la realizzazione di Dio. Non c'è trucco, ma il guadagno è molto, molto grande. Tale era l'insegnamento di Prahlada Maharaja e noi stiamo seguendo le sue orme. Aderiamo stabilmente ai suoi principi e diventiamo sempre più avanzati nella coscienza di Krishna.
Grazie molte.